Scheda tecnica: Clara Pulvinar

Clara Pulvinar

Cuscino iridescente

Classe: irregolare
Ordine: filtrante
Tipo: Ĕrisma fictorum dell’accondiscendenza
Numero campioni: 1


Descrizione:  il Clara Pulvinar è composto da colonie di cuscinetti aggregati, disposti a raggiera su base cartilaginea che, nell’insieme, formano un manto tenace ma duttile. Nidifica all’estremità dei nervi ottici la cui anatomia gli conferisce la tipica forma “a mammut”. Si nutre di ciance bioluminescenti (ovvero polimeri globosi trasportati dalla luce abbagliante carica di complimenti, ossequi, lusinghe, pregiudizi, rancori, lodi e panegirici) abili nel penetrare la mente dell’organismo ospite per modellarne il comportamento.

Il Clara Pulvinar è un Ĕrisma fictorum filtrante. A contatto con le ciance bioluminescenti attiva la luciferasi, un enzima fluorescente dal colore roseo-azzurro presente lungo i bordi dei cuscinetti. La fluorescenza crea una barriera capace di depurare le ciance bioluminescenti da futilità e abbagli che – se non selezionati – condurrebbero la mente dell’ospite verso una lenta ma inesorabile dipendenza dalle ciance. In questo modo la mente dell’ospite si nutre solo delle componenti più sane mantenendo il suo equilibrio.

Tuttavia, le capacità di assorbimento e filtraggio delle Clara Pulvinar non sono immutabili. L’eccessiva esposizione alle ciance, e il conseguente sovraccarico di lavoro, portano l’Ĕrisma fictorum verso un lento e inesorabile processo di consunzione passiva: l’epitelio dei cuscinetti deperisce, sbiadisce, desquama fino alla corrosione totale dell’epitelio protettivo (vedi campione). 

Anticamente si pensava che il suo malfunzionamento fosse causato da “gocce di umore guasto” o “pensieri censurati” che, caduti dal cervello, penetravano il bulbo oculare acidificando l’epitelio.  

Le odierne ricerche hanno dimostrato che il processo è condizionato principalmente da fattori comportamentali: ogni volta che scegliamo di rosolarci nel bagliore della bioluminescenza delle ciance, anziché nutrire la nostra luce interiore (luciferasi), lentamente ci consumiamo diventanto sempre più soggetti ai desideri ed umori altrui. La degenerazione di questa condizione rende l’essere sempre più accondiscendente e passivo fino al totale dipendenza dall’approvazione esterna.

La buona notizia è che il processo non è irreversibile: ascoltare il silenzio, guardare il buio e toccare il vento sono comportamenti utili per curare l’epitelio dei cuscinetti danneggiati fino alla loro totale rigenerazione.

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Pubblicato da

AMDM

Fotografa documentarista, docente e divulgatrice di fotografia per i istituzioni pubbliche e private. La mia ricerca fotografica è finalizzata all'esplorazione delle "possibilità ottiche" del presente.

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